20.6.13

L'omino della luna

Si sta facendo buio, esco di casa velocemente, devo correre ad una riunione  e lo vedo.
E' un misero omino nero appoggiato ad una colonna scrostata del vecchio porticato.
I miei pensieri negativi e melodrammatici si soffermano un attimo su di lui e mi chiedo che stia facendo fuori dal portone di casa mia......



Ha la pelle ambrata, i capelli folti e scuri da spazzacamino, denti sgualciti e radi, abiti con tascone scucite piene di ricordi di terre lontane e uno sguardo intriso di stupore infantile.
Fissa con interesse  le vetrate di un vecchio bar anni '80 solo per uomini, quelli col bancone in formica marrone, con un barista stanco e sudato  che serve solo vino e grappa.
Un televisore posto in alto trasmette una noiosa partita di calcio e lui sembra attratto da tendini sudati e scarpe sporche di fango.
Abbandono i miei pensieri e mi allontano.
Ritorno dopo due ore, la partita è terminata e l'omino è ancora appoggiato alla colonna arrugginita, come se il tempo si fosse fermato. 
Sto per offrirgli i soldi per un caffè quando il mio sguardo viene guidato impercettibilmente dal suo.
La vista oltrepassa velocemente la vetrata del bar, la televisione agganciata al soffitto, il barista, i giocatori di carte e spazia fino ad una visione che ipnotizza: la luna piena.

La candida e maestosa luna, fresca luce notturna, lindo  riflesso di cielo.

Luna come avrei chiamato una bimba che non ho.
Luna, faro in questa mia notte  buia.

Omino della luna, ora che tornerai sul tuo pianeta, mandami un po' di fortuna e un pizzichino di magia, ne ho bisogno in questo momento!

link sonoro:  Elisa Una poesia anche per te

14.6.13

signore delle cime

Quando è entrata ho scorto subito nei suoi occhi quella dolcezza remissiva mista alla forza prorompente di una madre che sta accettando  un dolore imperituro, come l'acqua che scende da questi ghiacciai alteri.
fonte: http://www.paesidivaltellina.it

Era un placido giorno di  maggio di alcune settimane fa  e il caldo tardava ad arrivare.
Ero nel negozio di mio padre quando  la signora dagli occhi color cielo e un ragazzone biondo cresciuto a corn-flakes  e  hamburger  sono entrati per fare degli acquisti.   
Venivano da lontano, da un paese straniero e abbiamo cominciato a parlare nella loro lingua.  
Ci hanno chiesto informazioni sulle nostre montagne, chiedevano dove trovare  un luogo per arrampicare, non troppo pericoloso.  Gli abbiamo indicato la val di Mello, regalato delle cartine,  mostrato le indicazioni su google map poi lei mi ha fissato e diceva di avermi già visto, perchè ogni anno  torna qui, nello stesso luogo.
Nella mia testa mi chiedevo quale appuntamento fisso li riportasse in questa parte d'Italia sconosciuta ai più.
Lei ha colto i miei pensieri, mi ha indicato con amore suo figlio e mi ha spiegato che erano due.
Due ragazzoni di cui andare fieri, poi l'incidente su queste montagne.

Un'avventura in solitario, una discesa veloce, azzardata per recuperare il buio che stava scalpitando, un passo sbagliato, una distrazione, chi lo sà.....
La caduta nella neve e il ritrovamento del corpo un mese dopo.


E ascoltando il racconto dell'incidente  mi ha stupito l'aperture di questa famiglia verso il dolore. Non hanno incolpato un luogo, come testardamente succede quando non sappiamo più a chi dare la colpa dimenticandoci del destino, hanno cercato a fondo e hanno trovato  ciò che di positivo poteva essere salvato.
Hanno detto di essere molto grati ai soccorsi che si sono protratti per lungo tempo, hanno apprezzato la vicinanza corale della gente locale.
Hanno glorificato quel vecchio sentiero e ne hanno fatto un luogo d'incontro speciale.
Una zona franca tra la vita e la morte dove riunirsi senza tempo tutti insieme.

E queste sono le mie montagne, quelle che come ti accolgono con stupore ti possono catapultare in un'altra esistenza senza chiedere il conto.

E anche questa è la vita  due occhi celesti colmi di dolcezza che sono riusciti  a guardare avanti.

Elo

link sonoro: signore delle cime


p.s. questa canzone l'ho  da sempre nel cuore e mi commuove sempre perchè mi riporta a chi mi ha insegnato ad amare la montagna e la vita: 
il mio poeta alpino....

6.6.13

Tanto sono comunque eretica


Dopo un grande interessamento  buddista e molti dubbi impermeabili (tuttora presenti ) sulla macchina Chiesa, ho deciso di semplificarmi la vita e cucirmi addosso una religione che fosse coerente con i miei credo.
Di Dio ce n'è uno solo, (e qua incorro nella prima eresia, piuttosto ariana) qualunque nome vogliate dargli, pregare va bene dovunque (seconda eresia) e fatto da chiunque (terza eresia, moderna), compresi i separati, i  conviventi, i reietti e tutte quelle categorie di persone che non rappresentano il prototipo sociale osannato dall'italia beghina.... perchè per comunicare con Dio basta SAPER AMARE.